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Per parlare di loose parts (letteralmente "parti sciolte") prenderemo in prestito le parole di Silvia Iaccarino da un articolo scritto dalle sue colleghe Daniela Corradi, Alessandra Dedè e Marta Poletti e che ritroviamo anche nel suo blog.

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"Per loose parts si intende qualsiasi oggetto che un bambino o un adulto possa manipolare per creare qualcosa di nuovo" dice l'esperta.

"Si tratta di elementi (naturali, di recupero, di scarto industriale) che possono essere spostati, trasportati, combinati, infilati, impilati, separati e rimessi insieme, usati da soli o combinati con altri materiali, in uno spazio di costruzione libero oppure delimitato da "supporti" di diverso genere (teli, reti metalliche, cornici, cartoncini, materiale plasmabile)".

Sono insomma materiali liberi, sfusi, incoerenti tra loro: "Possono essere davvero qualsiasi cosa: scarpe, guanti, il mouse del computer, legnetti e foglie, tappi delle bottiglie, sassi e molto altro ancora.

Le loose parts stimolano la creatività dei bambini, ma non solo: "I pregi di questi elementi sono molteplici: il bambino può esplorare tanti materiali diversi con tutti i 5 sensi, si chiede cosa siano e cosa possa fare con essi.

Sviluppa cioè le sue abilità di ricerca estetico-artistiche, compositive e espressive, scientifiche e narrative, di simbolizzazione e anche di concentrazione perché il bambino nella sua ricerca si immerge

"Le loose parts sono adatte a ogni fascia d'età: si possono proporre anche agli anziani ad esempio, per riattivare le capacità cognitive.

Le consiglio particolarmente per la fascia 0-6 anni perché a quell'età non c'è il senso della performance: al bambino non interessa seguire comandi in modo corretto, è soprattutto interessato a scoprire ciò che lo circonda ed a creare in modo libero.

E attraverso il giocare nasce il suo pensare".

"I bambini possono andare in crisi di fronte alle loose parts - avverte l'esperta - soprattutto quando sono abituati a giocare solo con materiali strutturati che li inducono a eseguire comandi (come il cubo in cui vanno inserite correttamente le varie forme geometriche, per fare un esempio) o addirittura a usare le mani solo per scorrerle sullo schermo di un tablet".

In questi casi a proporre le loose parts a nostro figlio richiede pazienza e un tempo di "rieducazione", per rimetterlo gradualmente in contatto con la sua espressività interiore più libera.

"Per questo suggerisco di partire da singole attività, per poi magari arrivare a creare un intero contesto euristico (la sua camera ad esempio), quindi per esempio con cesti pieni di materiali destrutturati da cui il bambino può attingere liberamente.

Mettete a disposizione di vostro figlio vari materiali, magari disposti su un tappeto.

Quali oggetti? Osservate vostro figlio nella quotidianità: magari sta un pomeriggio ad esplorare un cucchiaio di legno, e allora fateglielo trovare, oppure notate che in questo periodo sta sperimentando la forza di gravità o l'equilibrio degli oggetti (perché butta tutto per terra o fa continue torri) e allora fornitegli delle cose impilabili". E se siete indecisi? Tranquilli, sarà il bambino a scegliere su cosa concentrarsi: sassi, nastri, gomitoli capsule del caffè… Va bene tutto, loro sapranno cosa farci".

Ovviamente la dimensioni degli oggetti vanno modulate in base all'età del bambino: evitiamo oggetti sotto i 3-4 cm per bambini che esplorano con la bocca;

Non guidatelo: durante l'attività è importante non essere direttivi e non intervenire per bloccare o sviare l'esplorazione del bambino: "Non c'è un modo giusto e uno sbagliato: potete giocare con vostro figlio, attuando i vostri progetti al suo fianco, oppure imitando ciò che fa lui, oppure ancora seguendo la sua guida".

Preparatevi al caos! Il bambino non deve produrre nulla, può iniziare una costruzione e poi abbandonarla perché sta seguendo dei suoi processi di studio.

"Dobbiamo avere in mente che il bambino è uno scienziato: ragiona su ciò che lo circonda e lo mette alla prova mediante ipotesi e tentativi. Testando la realtà scopre le leggi del mondo: non vi è mai capitato che faccia la stessa cosa per tantissime volte di seguito? È perché sta conducendo degli esperimenti: ricordatevi che vostro figlio è come un marziano appena atterrato in un mondo sconosciuto."

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